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♥ Lovers Corner’s Speciale San Valentino ♥ Le più belle scene d’amore

Creato il 14 febbraio 2015 da Nasreen @SognandoLeggend

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Lovers Corner’s
Speciale

♥ Lovers Corner’s Speciale  San Valentino ♥ Le più belle scene d’amore
Il romanticismo a portata di borsetta

 

Mie care sognatrici, oggi, io e Simog55, non potevamo lasciarci sfuggire un’occasione tanto ghiotta; abbiamo pensato di condividere con voi la festa degli innamorati celebrandola attraverso le coppie più belle e appassionate della letteratura romance, nelle sue tante sfumature. Una selezione D.O.C., la nostra, in cui proporremo alcuni estratti dei romanzi che più abbiamo amato; momenti magici, intensi e romantici che, speriamo, vi siano d’ispirazione e vi sappiano emozionare.

 ♥ Lovers Corner’s Speciale  San Valentino ♥ Le più belle scene d’amore

Dal romanzo Quella calda estate di Nora Roberts: Cade fa capitolare Victoria, con una dichiarazione d’amore che ancora adesso a rileggerla fa sospirare…

Fermò l’auto e scese. Da una parte e dall’altra si estendevano i campi di cotone, con i filari che si susseguivano come file di soldati in marcia. Sentiva odore di terra e di letame e di calore, odori pungenti, forti e dolciastri. Il terreno doveva essere stato lavorato di recente.
Perplessa, non sapendo cosa ci facessero lì né perché ci fossero venuti, lo seguì tra i filari, con le giovani piante che le sfioravano le gambe ricordandole l’infanzia.san-valentino1
«Non è piovuto molto» disse Cade. «Abbastanza, ma non molto. Noi però non abbiamo bisogno di irrigare quanto gli altri. Il terreno trattiene meglio l’acqua, quando non è saturo di prodotti chimici. Trattalo secondo natura e prospererà secondo natura. Insisti per modificarlo, costringilo a produrre in base alle tue aspettative, e richiederà sempre di più anche solo per tirare avanti. Tra un paio di mesi, le capsule si apriranno.»
Si accovacciò, togliendosi gli occhiali da sole e agganciandoli alla camicia prima di sollevare con la punta di un dito una capsula chiusa. «Mio padre avrebbe usato un sistema di regolazione per rallentare la crescita, e del defogliante per eliminare le foglie. Questo è il sistema che conosceva lui, ed è così che facevano tutti. Se cominci a fare le cose in modo diverso, alla gente non piace. Devi dimostrare qualcosa alla gente. Devi essere disposto a farlo.» Si rialzò e la guardò negli occhi. «Cos’altro ti devo dimostrare, Tory?»
«Non so di cosa tu stia parlando.»
«Da quello che ho capito, la maggior parte delle persone ti ha sempre trattata in un certo modo. Era il solo che conoscevi, era così che facevano tutti. A me sembra di avere agito in modo diverso.»
«Ce l’hai con me.»
«Oh sì, ce l’ho con te. Arriveremo anche a questo. Ma per il momento ti sto chiedendo cosa vuoi da me. Che cos’è che vuoi esattamente.»
«Io non voglio niente, Cade.»san-valentino-viaggi
«Porca miseria, questa è proprio la risposta più sbagliata che potevi darmi.» Quando lui si allontanò, lei lo rincorse.
«Perché è sbagliata? Perché dovrei volere qualcos’altro da te, o che tu sia chissà cosa, faccia chissà cosa, se sono più felice con te, così come sei, di quanto lo sia mai stata?»
Lui si fermò e si voltò a guardarla. Il sole batteva spietato sui campi. Sentì il calore sommergerlo, invaderlo. «Questo è un primo passo. Dirmi che ti rendo felice. Ma adesso ti dico che cosa c’è di sbagliato. Io voglio delle cose da te, e tra noi non potrò mai funzionare, se le richieste sono tutte da una parte sola. Nessuno di noi due potrà essere felice per molto tempo, in questo modo.»
Il dolore la colpì allo stomaco come un pugno, risalì al cuore. «Vuoi che ci lasciamo. Io non…» Le mancò il fiato, e la voce le si ruppe. Le lacrime le inondarono gli occhi, brucianti. «Non puoi…» Indietreggiò, non trovando le parole. «Mi dispiace.»
«È un bene che ti dispiaccia, solo per averlo pensato.» Ignorò le sue lacrime e strinse le palpebre, calcolando la mossa successiva. «Ti ho detto che ti amo. Credi che possa smettere solo perché è faticoso? Ti ho portata qui per mostrarti che finisco le cose che comincio, che quello che mi appartiene ha diritto a tutto quello che posso dargli. Tu mi appartieni.» La afferrò per le braccia, costringendola ad alzarsi sulle punte dei piedi. «Sono stufo di aspettare che tu te ne renda conto. Ho cura di quello che è mio, Tory, ma mi aspetto qualcosa in cambio. Ti ho detto che ti amo. Dammi qualcosa in cambio.»
fare-lamore-in-auto«Ho paura di quello che provo per te. Lo capisci, questo?»
«Forse potrei, se mi dicessi che cosa provi per me.»
«Troppo.» Chiuse gli occhi. «Tanto che non riesco a immaginare la mia vita senza di te. Non voglio avere bisogno di te.»
«E naturalmente per gli altri è facile avere bisogno di qualcuno.» La scrollò, facendole aprire gli occhi. «Ti amo, Victoria, e questo mi ha fatto passare dei pessimi momenti.» Le premette le labbra sulla fronte. «Ma non tornerei indietro nemmeno se potessi.»
«Io voglio fare le cose con calma.» Gli appoggiò la guancia sul petto, fece un piccolo sorriso vedendo che si toglieva gli occhiali da sole e li gettava a terra. «Voglio solo fare le cose in modo normale.»
«Perché pensi che sia normale essere calmi, quando si è innamorati? Io non sono affatto calmo.» Le accarezzò i capelli. «Mi ami, Tory?»
«Sì. Credo…»
Lei lo strinse più forte, aggrappandosi a lui.
«Di’ solo sì.» Le tirò i capelli finché alzò il viso. «Soltanto sì» mormorò, e le coprì le labbra con le sue. «Dillo un po’ di volte, così ci facciamo l’abitudine. Mi ami?»
«Sì.» Con un sospiro tremante, gli allacciò le braccia intorno al collo.
«Va già meglio. Mi ami, Tory?»

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Dal romanzo Una notte nell’Eden di Candice Proctor: una storia intensa, drammatica e ricca di passione, due protagonisti indimenticabili Hayden e Bryony.

Avanzò lentamente verso di lei, senza mai staccare gli occhi dal suo viso. Bryony capì che la desiderava. Lo capì dall’eccitazione sul suo volto, dal fuoco che bruciava nei suoi occhi stupendamente azzurri. Andò da lei fino a trovarsi a un solo sospiro di distanza. Poi si girò di scatto.
— Esci di qui, Bryony — mormorò con voce aspra e sofferta. — Vattene subito.
— No.
Tornò a girarsi. — Maledizione, donna! Non lo sai, cosa voglio farti? Voglio stenderti su quel dannato tavolo e strapparti di dosso quell’orribile abito da lavoro per riempirmi le mani col tuo seno nudo. Voglio farti avvolgere quelle lunghe gambe bianche intorno ai miei fianchi e affondare me stesso dentro di te e prenderti… con forza, rapidamente e subito.mani-capelli
Bryony sentì il sangue ritirarsi dal viso, sommersa dal calore delle sue parole. Ma tutto quello che disse fu: — Lo so.
— Allora, perché diavolo sei ancora qui?
— Perché ti voglio anch’io.
Hayden affondò una mano nei suoi capelli e la sollevò contro di sé. Il suo respiro la colpiva, caldo e rapido, sulla faccia. — Stai scherzando col fuoco, Bryony. Non sarò in grado di fermarmi.
Lei gli pose le mani sul petto e strinse tra le dita il fine tessuto della sua camicia. — Non voglio che tu ti fermi. Sto bruciando.
Gli sfuggì un lieve gemito, e schiacciò la bocca sulla sua. La baciò con furia, avidamente, inclinando la bocca da un lato all’altro sulle sue labbra. Bryony mugolò e gli prese la testa tra le mani per avvicinarla a sé mentre si premeva contro il suo corpo. Era come se non gli si sentisse abbastanza vicina, come se non riuscisse ad averlo a sufficienza. Hayden spinse la lingua nella sua bocca, e lei la accolse con la sua, vi si accoppiò, danzò un interminabile ballo di seduzione e di abbandono.
Il fuoco ardeva dentro di lei, la struggeva, la trascinava. Le mani di Hayden erano ovunque, le percorrevano bruscamente la schiena, la vita, i fianchi e le natiche, per toccarle ogni punto, lasciare la sua impronta dappertutto. E ovunque la sfiorava, Bryony bruciava.
Le premette la schiena contro il tavolo, immobilizzandola lì con le labbra. Allargò le dita tra i suoi capelli e le sollevò il mento con i pollici, mentre la bocca lasciava le sue labbra per tracciare un sentiero ustionante lungo la gola, fino all’incavo in cui il sangue le pulsava impazzito. Le mani si chiusero sui suoi seni, stringendoli e manipolandoli con furia attraverso la povera stoffa dell’abito. Poi le dita si spostarono sulla scollatura, e Hayden armeggiò con i lacci, finendo per strapparli dopo un’imprecazione d’impazienza.
Richiuse le mani sui seni, con le dita che le bruciavano la carne attraverso il fine tessuto della camicia che le aveva regalato. Bryony percepì il suo sorriso contro l’incavo del collo.
— Che piccola imbrogliona — le disse con una risata profonda e maliziosa che le afferrò il ventre. — Eri troppo maledettamente orgogliosa per indossare il vestito che ti ho portato, ma questa l’hai messa. — Bryony ansimò, quando le sue dita scivolarono avanti e indietro sui punti in cui i capezzoli turgidi tendevano la camicia.
— Non ho saputo… resistere. A volte, quando fa caldo e sento il tessuto sulla pelle, fingo che siano le tue mani che mi accarezzano.
Hayden sciolse il nastro intorno il colletto e le abbassò la camicia per poter posare le mani sui seni nudi. — Così?
— Sì — gemette. — Così.
Hayden richiuse la bocca, famelica ed esigente, sulla sua. Lo spigolo del tavolo le incise le natiche mentre lui la schiacciava con più forza e premeva il bacino contro il suo. Le mani lasciarono i seni solo per armeggiare con la gonna.
— Dimmi che lo vuoi. — Il suo respiro le colpì ruvidamente l’orecchio mentre le sollevava l’abito e la sottogonna. — Dimmi che lo vuoi.
— Lo voglio — sussurrò docilmente Bryony mentre le mani di Hayden scivolavano intorno alle sue cosce nude e le allargavano le gambe. — Ti voglio.
— Bene — le disse spingendole più su la sottogonna e facendo scorrere le dita morbide sull’interno delle sue cosce. — Perché stai per avermi. — Bryony ansimò quando lui trovò il centro del suo bisogno, e il tocco gentile le inviò spasmi di desiderio, a ondate, in tutto il corpo.
Hayden, incombente su di lei, la fissò con occhi di un azzurro più intenso, turbati. Fece scivolare un dito dentro di lei, e Bryony pensò che rabbrividisse.love-per-san-valentino
— Dio, Bryony… — Infilò un secondo dito in lei, mentre con l’altra mano annaspava sulla chiusura dei pantaloni. — Non ho mai desiderato una donna quanto te. Mai.
Bryony allungò una mano tra di loro e chiuse le dita sulla sua erezione, adesso libera. Hayden lanciò un grido che suonò aspro come se gli fosse stato estorto contro la sua volontà. Le afferrò i fianchi e la sollevò sul tavolo. Bryony avvolse le braccia intorno alla sua vita, tirandolo più vicino tra le gambe mentre lui faceva scivolare le mani sotto le sue natiche nude, preparando il proprio ingresso. Lo sentì, morbido come il velluto e duro e bollente, che premeva contro di lei. Poi le fu dentro, dilatandola, riempiendola con la sua durezza, la sua mascolinità, e questa volta fu lei a gridare.
Si tirò quasi fuori da lei, poi si rituffò, più forte e più profondo, e poi di nuovo e ancora. Le catturò la bocca con la sua, e la baciò senza tregua mentre penetrava in lei. Poi le sue labbra scesero, sulla gola, sul petto, e la schiacciò finché fu completamente distesa sul tavolo, con la camicia abbassata sul seno nudo, la sottogonna avvolta alla vita. Le sue mani, gli occhi e la bocca erano ovunque su di lei. Bryony intrecciò le dita nei suoi capelli scuri, avvicinando a sé la testa, inarcando la schiena per sollevarsi e seguire il suo movimento. ♥ Lovers Corner’s Speciale  San Valentino ♥ Le più belle scene d’amoreIl sangue le pulsava in tutto il corpo, i suoi sensi prendevano il volo.
Era inondata di piacere, alla deriva in un mondo di sensazioni. Lo circondò con le gambe, attirandolo più a fondo dentro di sé mentre ogni spinta lacerante mandava ondate di piacere in tutto il suo corpo. Adesso si agitava sotto di lui, si contorceva dal desiderio, gridava il suo desiderio, finché le onde raggiunsero il culmine e fluirono via in un appagamento ansimante e tremante che li travolse entrambi.

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Una scena caldissima di Sugar Daddy di Lisa Kleypas: Cage, maschio e virile come se ne incontrano pochi, mette bene in chiaro le cose con Liberty.

«Avevi fatto l’amore con lui?» chiese Gage.
«Avrei voluto» ammisi. «Lo avrei fatto. Ma lui non voleva. Diceva che poi gli sarebbe stato impossibile andarsene. E lui aveva delle ambizioni.»
«Ambizioni che includevano te.»idee-perSan-Valentino
«Eravamo entrambi troppo giovani. Nessuno dei due aveva niente. A posteriori, è stato un bene. Hardy non avrebbe potuto realizzare le sue aspirazioni se gli fossi rimasta attaccata al collo come un peso. E io non avrei mai potuto lasciare Carrington.»
Non sapevo quanto Gage riuscisse a leggere nel mio sguardo, nei miei gesti, negli spazi tra le mie parole, affilati come rasoi. Sapevo solo che mentre parlavo sentii spezzarsi qualcosa, sentii che un carattere inflessibile si rompeva come il ghiaccio sull’acqua in movimento, e Gage lo calpestava, senza pietà.
«Quindi tu lo amavi, lui ti ha lasciato e adesso vuole un’altra possibilità.»
«Non ha detto questo.»
«Non era necessario» disse Gage senza espressione. «Perché è ovvio che tu vuoi un’altra possibilità.»
Mi sentivo esausta e nervosa. La testa mi girava come una giostra. «Non sono certa di volerla.»
I sottili raggi di luce dal minibar gli sezionarono il viso. «Pensi di essere ancora innamorata di lui.»
«Non lo so.» Gli occhi mi si riempirono di lacrime.
passion11«Non piangere» disse Gage, perdendo la calma. «Farei quasi tutto per te. Penso che ucciderei per te. Ma non ho intenzione di consolarti mentre piangi sulla mia spalla per un altro uomo.»
Mi strizzai gli angoli degli occhi con le dita, ingoiando le lacrime che mi bruciavano la gola come un acido.
«Hai intenzione di rivederlo?» disse Gage dopo un po’.
Annuii. «Noi… io… devo chiarire le cose.»
«Intendi scopare con lui?»
Quella parola volgare, usata di proposito, fu come uno schiaffo in faccia. «Non l’ho programmato, no» dissi con freddezza.
«Non ti ho chiesto se l’hai programmato. Ti ho chiesto se lo farai.»
Adesso mi stavo arrabbiando anch’io. «No. Non vado a letto con la gente così senza pensarci. Lo sai bene.»
«Sì, lo so. So anche che non sei il tipo che va a una festa con un uomo e finisce ad amoreggiare con un altro. Eppure è proprio quello che hai fatto.»
Avvampai di vergogna. «Non volevo. Vederlo mi ha sconvolto. È… è successo, tutto qui.»
Gage sbuffò. «Come scusa non è male, tesoro.»
«Lo so. Mi dispiace. Non so che altro dire. È solo che ho amato Hardy per un sacco di tempo prima di incontrarti. E io e te… abbiamo appena iniziato a stare insieme. Voglio esserti fedele, ma al tempo stesso… devo scoprire se quello che sentivo per Hardy esiste ancora. Il che significa… che devo lasciare in sospeso la nostra storia finché non lo scopro.»
Gage non era abituato a essere lasciato in sospeso. Non gli si addiceva. Anzi, lo mandava su tutte le furie. Si avvicinò e mi tirò verso di sé, facendomi sobbalzare.

amore-pura-passione«Noi abbiamo fatto l’amore, Liberty. Da quello non si può tornare indietro. Non è possibile che lui arrivi e mandi tutto all’aria così.»
«Abbiamo fatto l’amore una sola volta» osai obiettare.
Lui alzò il sopracciglio, con un sorriso sardonico.
«E va bene, più volte» ammisi. «Ma è stata solo una notte.»
«È stata abbastanza. Adesso sei mia. E ti voglio più di quanto abbia mai fatto o farò. Ricordalo, mentre cerchi di capirci qualcosa. Mentre ti dice quel cavolo che vuoi sentire da lui, ricorda che…» Si interruppe bruscamente. Respirava a fatica. I suoi occhi erano così ardenti che avrebbero potuto accendere un fuoco. «Ricordatelo» disse con voce rauca, poi si avvicinò a me.
Il suo abbraccio era troppo costrittivo, la sua bocca punitiva. Non mi aveva mai baciato così, con una voracità esasperata dalla gelosia. Gage era stato scagliato oltre i suoi limiti. Ansimò mentre mi abbassava sul rivestimento di cuoio, premendo il corpo contro il mio, senza mai staccare le labbra.
Io mi divincolai sotto di lui, senza sapere se volevo togliermelo di dosso o sentirlo dentro di me. A ogni mio movimento, Gage si tuffava con più violenza tra le mie gambe, esigendo che lo prendessi, che lo toccassi. La spinta impetuosa del suo corpo mi ricordava le cose che mi aveva fatto prima, il piacere che mi aveva sconvolto le viscere, e ogni pensiero, ogni emozione furono spazzati via da un’ondata di desiderio.inaspettati-passione1 Lo volevo con tanta forza da esserne accecata e cominciai a tremare da capo a piedi. Mi strofinavo contro la pressione della sua carne che si gonfiava spessa e dura come l’acciaio sotto la sottile lana scura. Con un gemito, feci scivolare le mani sui suoi fianchi.
I minuti seguenti assomigliarono a un sogno febbricitante. Ci avvinghiammo come animali, il pizzo delicato delle mie mutandine intrappolato nel cinturino decorato del mio sandalo, che resisteva agli sforzi di Gage di scioglierlo finché lui non strappò la stoffa con le dita. Mi sollevò il vestito fino alla vita e la mia pelle si appiccicò al cuoio fresco sotto di me. Una delle mie gambe spalancate pendeva lasciva sul pavimento e a me non importava, il bisogno di lui mi pulsava in tutto il corpo.
Le sue dita afferrarono il bordo superiore del mio vestito, trascinandolo giù finché i miei seni non furono liberi, sobbalzando leggermente. Il calore della sua bocca sul mio seno, la durezza dei suoi denti, le pulsazioni della sua lingua mi fecero gemere. Lui si slacciò i pantaloni. Il suo tocco, bollente e avido, che pretendeva di entrare, mi fece sbarrare gli occhi… poi tutto si appannò e il mio corpo cedette al suo ingresso bagnato, alla stravolgente invasione della sua marmorea estremità nel mio soffice interno. La testa mi ricadde all’indietro sulla rigida barra del suo braccio, e la sua bocca mi perlustrò famelica il collo nudo. Cominciò a tuffarsi dentro di me con ritmo inesorabile, che mi faceva ansimare e sussultare.corpi
L’auto si fermò a un semaforo rosso e tutto era immerso nel silenzio a parte i colpi dentro di me. Poi il veicolo curvò, scivolando in avanti a velocità crescente, come se stesse percorrendo una autostrada. Lo presi dentro ancora e ancora, protendendomi per averlo più a fondo possibile. Mi aggrappavo con le unghie ai suoi vestiti, avevo bisogno della sua pelle, non ne avevo abbastanza, la volevo, la volevo… le sue labbra tornarono sulle mie e la sua lingua affondò nella mia bocca. Mi riempiva completamente, andando sempre più a fondo finché non cominciarono quei bassi, dolci spasmi, rimbalzando dal mio corpo al suo. Fui scossa da un tremito e mi staccai dal suo bacio per aspirare enormi boccate d’aria. Anche lui prese fiato, esalando il sibilo di un incendio nella foresta.

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Dal romanzo Peccati d’inverno di Lisa Kleypas: come ti seduco un libertino, la timida Evie sorprende l’imperscrutabile Sebastian.


«Perché suoni il campanello tanto spesso? Ti senti solo? Se è così, non hai che da dirlo.»
«Io non mi sento mai solo.» Sebastian lo disse con un tono di gelida convinzione. Evie però non si ritrasse, e anche se la sua espressione si fece pensosa, non smise di sorridere.
«Allora vuoi che vada?» gli chiese con dolcezza.sebastian
Sebastian si sentì invadere da una pericolosa sensazione di calore che aumentava, si diffondeva, rischiava di travolgerlo.
«Sì, vai» disse, chiudendo gli occhi e assorbendo avidamente il profumo e la sensazione della sua vicinanza.
Evie tuttavia rimase dov’era e il silenzio si fece più intenso, fino a che Sebastian ebbe la sensazione che il battito del proprio cuore fosse quasi udibile.
«Vuoi sapere che cosa penso, Sebastian?» gli chiese alla fine.
Lui chiamò a raccolta ogni briciola della sua autodisciplina per mantenere un tono di voce controllato.
«Non particolarmente.»
«Penso che, se esco da questa stanza, suonerai di nuovo il campanello. Ma a prescindere da quante volte lo farai, o da quante volte io arriverò correndo, non riuscirai mai a dirmi che cosa vuoi veramente.»
Sebastian socchiuse gli occhi.
«Al momento, l’unica cosa che voglio è un po’ di pace» borbottò. «Quindi, se non ti dispiace…»
bacio sfioratoLe labbra di Evie si posarono sulle sue, morbide, dolci e vellutate, e Sebastian sentì il tocco lieve e inebriante della sua lingua. Fu travolto da un’ondata di desiderio e si sentì annegare in un piacere intenso, più potente di qualsiasi altro avesse mai conosciuto prima di allora. Sollevò le mani, come per spingerla via, ma poi le sue dita tremanti si curvarono invece intorno alla testa di lei, tenendola premuta contro di sé. Premendo i palmi delle mani contro i ricci corposi dei suoi capelli, la baciò con insopprimibile urgenza, frugando con la lingua le soffici delizie della sua bocca.
Si sentì umiliato nel rendersi conto che stava ansimando come un ragazzino inesperto, quando Evie interruppe il bacio. Aveva le labbra rosee e umide e le sue lentiggini scintillavano come polvere d’oro sul viso arrossato.
«Credo anche» continuò lei con un lieve tremito nella voce «che perderai la scommessa che abbiamo fatto.»
Riscosso da un improvviso moto di indignazione, Sebastian si adombrò.
«Credi che sia in condizione di correre dietro ad altre donne? A meno che tu non abbia intenzione di portarmene una nel letto, non credo proprio che…»
cuori02«Non perderai la scommessa andando a letto con un’altra donna» disse Evie. Negli occhi le si accese un lampo di malizia mentre, partendo dall’alto, iniziava a slacciare la fila di bottoni che le chiudevano la veste da camera. Le mani le tremavano un poco. «La perderai con me.»
Sebastian rimase a fissarla incredulo, mentre lei si alzava e lasciava cadere a terra la vestaglia. Era nuda, e le punte dei suoi seni si ergevano rosee nell’aria fresca. Era dimagrita, ma i seni erano ancora morbidi e deliziosi e la curva dei suoi fianchi si discostava generosamente dalla sottigliezza aggraziata della vita. Quando Sebastian posò gli occhi sul ciuffo rosso di peli tra le cosce, si sentì invadere da una fitta acuta di desiderio.
«Non puoi farmi perdere la scommessa. Questo è barare.»
«Non ho mai promesso di non barare» rispose Evie con un sorriso, rabbrividendo mentre si infilava sotto le coperte accanto a lui.
«Maledizione, non intendo cooperare. Io…» Sebastian trattenne bruscamente il fiato quando sentì il morbido ciuffo di peli del pube solleticargli il fianco, mentre lei faceva scivolare una gamba tra le sue. Voltò il viso dall’altra parte quando Evie cercò di baciarlo. «Non posso…» La sua mente si arrovellò in fretta, in cerca di un modo di dissuaderla. «Sono troppo debole.»
Ardente e determinata, Evie gli prese la testa e lo costrinse a voltarsi verso di lei.
«Povero caro» mormorò con un sorriso. «Non preoccuparti. Sarò gentile con te.»
«No» disse Sebastian con voce roca, eccitato e infuriato. «Devo dimostrarti che posso resistere tre mesi. E senza… No, non fare così. Accidenti, Evie…»
vittoriaalessandroEvie era scomparsa sotto le coperte, e iniziò a percorrergli il petto con una fila di baci, scendendo fino all’addome e facendo attenzione a non spostare la fasciatura.
Sebastian fece un tentativo di tirarsi su a sedere, ma una fitta acuta lo costrinse a lasciarsi ricadere all’indietro sul materasso con un gemito di dolore. Dopodiché iniziò a gemere per tutt’altra ragione, mentre Evie raggiungeva la rigida protuberanza del suo pene eretto e ne sfiorava delicatamente la punta con le labbra.
Era ovvio che non aveva mai fatto una cosa del genere: non aveva alcuna nozione tecnica e conosceva molto poco l’anatomia maschile. Ma questo non le impedì di procedere con ardore innocente, deponendo piccoli baci lungo il suo membro vibrante, indugiando quando lo sentiva mugolare di piacere. Le sue mani inesperte gli esplorarono i testicoli, mentre faceva esperimenti con le labbra e con la lingua, risalendo fino alla testa pulsante del membro e verificando quanto riusciva a farsene entrare in bocca. Sebastian si aggrappò alle lenzuola, con il corpo leggermente inarcato, come se fosse steso su un tavolo di tortura. Ondate di piacere iniziarono a farlo vibrare in ogni nervo, spedendogli messaggi convulsi al cervello e impedendogli di ragionare in modo coerente.Dalla sua mente fu cancellato per sempre il ricordo di qualsiasi altra donna: c’era solo Evie, con i capelli rossi che gli coprivano lo stomaco e le cosce, mentre con le dita curiose e la bocca generosa gli procurava un’agonia di piacere superiore a qualunque altro avesse mai provato in vita sua. Quando non riuscì più a trattenere i gemiti, C_2_video_313843_videoThumbnailEvie montò con delicatezza a cavalcioni sopra di lui, distendendosi lentamente sul suo corpo come una leonessa intenta a crogiolarsi al sole. Sebastian ne scorse per un attimo il viso arrossato prima che si impadronisse della sua bocca, coprendola di baci profondi e stimolanti. Le punte rosee dei suoi seni gli sfioravano la peluria sul petto. Evie si strofinava contro di lui, facendo le fusa come una gatta, nel sentire la calda solidità di quel corpo maschile sotto di sé. Sebastian rimase senza fiato quando sentì la sua mano scivolare tra le loro cosce. Era così eccitato che Evie dovette sollevargli con delicatezza il membro inturgidito. Il ciuffo rosso di peli del pube di lei gli solleticò piacevolmente la pelle sensibile ed eccitata, mentre lei lo guidava tra le pieghe calde della vulva.
«No» riuscì a farfugliare Sebastian, memore della scommessa. «Non adesso.»
«Oh, smettila di protestare. La nostra prima notte di nozze non ho fatto neanche la metà delle storie che stai facendo tu adesso, ed ero vergine.»
«Ma non voglio… oh, Dio…»
Evie era riuscita a spingere la punta del membro nell’ingresso della vagina, talmente stretto e soffice da togliergli il fiato. Vedere che il corpo di lei faceva fatica a contenerlo aumentò ancora di più la potenza dell’erezione di Sebastian, che sentì tutto il proprio corpo ardere di eccitazione. A un tratto tutto scivolò lentamente e miracolosamente a posto e la durezza di lui penetrò la morbidezza di lei.cuori
Sebastian lasciò ricadere la testa sul cuscino, fissando il viso di Evie con occhi pieni di desiderio. Lei emise un piccolo gemito gutturale di soddisfazione e chiuse gli occhi, cercando di farlo penetrare ancora più a fondo. Si muoveva con cautela, troppo inesperta per trovare e mantenere un ritmo. Sebastian era sempre stato relativamente controllato nella sua passione, ma mentre il corpo sensuale della moglie si sollevava e si abbassava, facendolo sprofondare sempre di più dentro di lei, e le sue umide cavità gli stringevano e accarezzavano il membro eretto, si sorprese a mormorarle parole tenere, suppliche, espressioni sensuali, parole d’amore.
Evie oppose un minimo di resistenza, per paura di fargli male, ma lui le prese il viso tra le mani.
«Sì» sospirò con voce tremante. «Fallo così, tesoro. Sì. Muoviti su di me… sì…»
A Evie sembrò che tutto il mondo si concentrasse nel punto in cui lui la invadeva e le parti più sensibili dei loro corpi erano unite. Le sue lunghe ciglia si abbassarono a nascondere il suo sguardo appannato dal piacere. Sebastian notò che le si diffondeva sulle guance un leggero rossore. Rimase come sospeso, pieno di meraviglia e di tenerezza, mentre usava il proprio corpo per darle piacere.
«Baciami» le chiese in un sussurro, e guidò le labbra di lei verso le proprie, esplorandole lentamente la bocca con la lingua.
Evie sussultò e rabbrividì nel piacere dell’orgasmo, premendo con forza i fianchi contro quelli di lui e facendo sprofondare completamente il suo sesso dentro di sé. Quando si abbandonò su di lui, cercando di riprendere fiato, Sebastian le percorse con le mani la schiena umida, sfiorandola con la punta delle dita fino a raggiungere la curva morbida del sedere. Con sua grande soddisfazione, Evie non riuscì a trattenere un fremito e si contrasse ancora di più intorno a lui. Alla fine, si lasciò ricadere all’indietro esausto, con la testa che gli girava. Evie si sollevò goffamente e scivolò al suo fianco. Sebastian afferrò una ciocca dei suoi capelli e se li portò al viso, strofinandosi i ricci morbidi contro la guancia.
«Finirai con l’uccidermi» mormorò, e la sentì sorridere con le labbra premute contro la sua spalla.av-2182076
«Adesso che hai perso la scommessa» disse Evie a bassa voce «dovremo pensare a un’altra penitenza, visto che ti sei già scusato con lord Westcliff.»
Anche se aveva dovuto tirarsi le parole fuori di bocca a forza, Sebastian era riuscito a rivolgere una breve dichiarazione di pentimento sia a Westcliff sia a Lillian, prima che lasciassero il club. In seguito, aveva scoperto che l’unica cosa peggiore di scusarsi per qualcosa era essere perdonato. Ma per scusarsi aveva scelto apposta un momento in cui Evie non era presente.
«Lillian me l’ha detto» disse Evie, come leggendogli nel pensiero. Sollevò la testa e gli rivolse un sorriso ironico. «Mi chiedo quale potrebbe essere la tua nuova penitenza.»
«Senza dubbio ti verrà in mente qualcosa» rispose lui; pochi secondi dopo aver chiuso gli occhi sprofondò in un sonno benefico.

Bene, io e Simo, dopo tanto ardore, vi salutiamo soddisfatte e accaldate :lol: , non prima però di avervi riservato un ultimo regalino! Per scartarlo basta cliccare sul pacco regalo! Buona visione!!

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